Il passaggio generazionale
Una delle operazioni più delicate nel ciclo di vita di un’azienda, soprattutto per la continuità dell’azienda, è il passaggio generazionale.
Le soluzioni che si possono prospettare sono molteplici e tutte con una propria ratio sottostante: non esiste una ricetta magica.
Tra le soluzioni inter vivos si annoverano:
• la donazione dell’azienda o delle quote societarie;
• il patto di famiglia;
• il trust di scopo;
• la vendita dell’azienda.
Le soluzioni mortis causa ricomprendono:
• l’istituzione di un trust;
• la redazione di un testamento.
La forma tipica del passaggio generazionale è la donazione dell’azienda che deve avvenire, a pena di nullità, per atto pubblico: il successo della donazione dipende dal regime fiscale favorevole.
Il patto di famiglia è un’altra forma molto utilizzata per la trasmissione dell’impresa da una generazione all’altra quando l’imprenditore è ancora in vita: anch’esso sancito da atto pubblico.
Il trust, trova origine nei paesi di diritto anglosassone, nei trust che hanno lo scopo di gestire partecipazioni societarie, il trustee è dotato di tutti i poteri del socio e vota in assemblea con autonomia ed indipendenza. Rispetto al testamento o alla donazione, quest’ultimo si presta meglio ad attuare il passaggio generazionale, in quanto, è uno strumento estremamente elastico.
I punti chiave del trust sono:
I. possibilità di estensione a beni diversi dall’impresa;
II. il successore può essere un soggetto diverso da un discendente.
Da ultimo, la costituzione di trust non è soggetta all’imposta su successioni e donazioni, qualora concorrano le seguenti condizioni:
• durata del trust non inferiore a cinque anni;
• il disponente e il trustee non possano modificare i beneficiari finali;
• il trust si impegni a proseguire l’azienda per un periodo di almeno cinque anni.
Il contributo è stato predisposto dal nostro collega Gianluigi Calò [pagina linkedin]